Una battaglia per l'impero (2019) by Ben Kane

Una battaglia per l'impero (2019) by Ben Kane

autore:Ben Kane [Kane, Ben]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-02-03T16:00:00+00:00


Capitolo 23.

Palazzo reale di Pella, Macedonia, inverno del 200 a.C.

Erano trascorsi diversi mesi dall'attacco lampo di Filippo ad Atene. Demetrio e i suoi compagni avevano marciato verso sud con il re, vedendo con i propri occhi il suo audace assalto alla porta del Dipylon, ma, con loro grande frustrazione, non si erano potuti unire allo scontro. Tutte le fazioni, a quel punto, si erano ritirate nei propri territori, ed erano cominciate le solite esercitazioni dei soldati durante i mesi invernali. La vita era una successione di addestramento, marce e pattuglie. Di quando in quando, qualcuno veniva scelto per fare la guardia al palazzo reale, ed era lì che Demetrio si trovava adesso, dopo una lunga notte.

Osservando i sostituti che entravano nel corridoio, sorrise. Per ore, nessuno era entrato nelle enormi porte che conducevano negli alloggi del re; aveva tentato, senza molto successo, di scambiare qualche parola a bassa voce con il suo taciturno compagno Dione, uno dei veterani meno accomodanti, e ora era annoiato a morte. Non vedeva l'ora di raggiungere il letto, e poi di fare un salto in palestra per un allenamento di pancrazio, se avesse trovato un avversario. Un uomo doveva restare attivo, in inverno, se non voleva ingrassare. Di sicuro Dione non sarebbe venuto con lui. Veterano della fila di Simonide, preferiva studiare il fondo della sua coppa di vino nelle varie osterie della città, piuttosto che fare esercizio. Avrebbe dovuto convincere Antileone o Cimone.

I sandali dei nuovi arrivati risuonavano sul pavimento. Uno sollevò una mano in un cenno di saluto.

Dione si accigliò. «Siete in ritardo».

«Come puoi dirlo?», ritorse il più anziano, un tipo robusto. «Non c'è mica una meridiana, qui dentro».

«Dovevate darci il cambio all'alba». Dione lanciò uno sguardo a Demetrio per avere conferma. «Il gallo nell'orto ha cominciato a cantare da più di un'ora».

Dione era di malumore, pensò Demetrio, e non c'era bisogno di una discussione, in quel momento. «Suvvia, non è passato tutto questo tempo».

«Ecco». Il tipo robusto si strinse nelle spalle, e così fece anche il suo compagno. «Qualcosa da riferire?».

Non avendo supporto, Dione lasciò perdere. «No. Il re è ancora a letto».

«È tornato tardi, questa notte, ho sentito dire». Il tipo robusto fece il gesto di svuotare una coppa e ammiccò.

Dione accennò un sorriso; l'amore per il vino di Filippo, che aveva continuato a fare baldoria dal ritorno dell'esercito dalla Tracia, batteva perfino il suo.

Demetrio finse di non notarlo; per lui, certi commenti non erano rispettosi nei confronti del re. «Andiamo», dichiarò. «Io me ne vado a letto».

I sostituti si posizionarono ai due lati della porta e gli altri due lasciarono il corridoio. Dione cominciò a sbadigliare mentre si avvicinavano alla porta che conduceva al resto del palazzo. «Dèi, sono esausto».

«Già», concordò Demetrio. «Anch'io».

«Ti va una coppa di vino, prima di andare a riposare?».

“Ci risiamo”, pensò Demetrio. «No, non oggi».

«Avanti... ti piacerà, quando saremo lì».

Demetrio aveva fatto l'errore di bere con Dione, una volta. «Non ci limiteremo a una coppa. Non è mai così, con te».

Dione fece una smorfia. «D'accordo, ne berremo qualcuna in più.



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